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Produzione: 1999

Coreografia e soggetto: Flavia Bucciero

Musica originale: Eugenio Colombo con E. CO.-Ensemble per l’Esperienza contemporanea

Libretto: Flavia Bucciero, Silvia Schiavoni

Collaborazione alla coreografia per la danza indiana: Bharata Natyam Nuria Sala Grau

Musicisti: mezzosoprano Silvia Schiavoni, sassofono, flauto basso Eugenio Colombo, flauti Stefano Agostini, clarinetti Carlo Franceschi, violino Renata Sfriso, violoncello Filippo Burchietti, pianoforte Claudio Proietti

Danzatori interpreti: Nuria Sala Grau (Minotauro), Flavia Bucciero (Arianna), Silvia Fontana (Teseo), Simona Baracico, Eva Berti, Ignazio Nurra, Ilaria Sabatini (giovanetti)

Scenografia e costumi: Beatrice Meoni

Disegno luci: Valerio Alfieri

Elaborazioni video Romano Guelfi

Sartoria Ilaria Innocenti, Dianora Spinabella

Capo elettricista Luca Bronzo

Il Minotauro infranto

Coproduzione Comune di Pisa, Teatro di Pisa, Movimentoinactor Teatrodanza

Lidea dello spettacolo nasce da una riflessione compiuta sulla figura mitologica, che oggi nel nostro mondo contemporaneo ci appare particolarmente attuale. La nostra è una società che continuamente genera mostri, li emargina, li esorcizza, li rinchiude, perchè possa continuare a nutrirsi di una sua immagine pura, incontaminata, perchè possa definire come assoluto e immodificabile il sistema di norme che ha posto in essere. Il Minotauro è, in primo luogo, colui che non si sottopone alla legge. Il suo aspetto metà toro, metà uomo, gli conferisce già di per sè un’immagine non accettabile per il consorzio umano, richiama continuamente l’idea della bestialità che è sempre in agguato in ciascuno. Il labirinto rappresenta, per la sua stessa forma (enorme rappresentazione del cervello o degli intestini), l’estrema sfida della ragione a soffocare ciò che di imprevedibile, bestiale, non assoggettabile alla norma c’è nella natura umana. Teseo è l’antagonista del Minotauro, baciato dagli dei e dalla solarità, colui che ha il compito di abbattere ciò che può mettere a rischio la continuità della specie, e col Minotauro distrugge anche una parte di se stesso. Arianna , nel mito, rappresenta la figura che aiuta Teseo a distruggere il Minotauro. Secondo l’impostazione che daremo allo spettacolo, lei costituisce una figura di mediazione, attratta dalla potenza del Minotauro che è anche suo fratello, generato dalla sua stessa madre Pasifae. Per noi la perdita di Teseo è un indizio, una spia del fatto che l’incarnazione della legge e della regola non è più appagante per Arianna, una volta conosciuto il mondo del Minotauro. E non è un caso neanche che, nel mito Arianna si faccia consolare da Dioniso, il dio del mondano, del piacere, dell’uscire fuori dalle righe, dell’orgiastico, insomma l’altra faccia del Minotauro, quella solare e manifesta (un altro stadio del dio, come afferma Kerenyi, nella sua analisi del mitologema). In sintesi, il Minotauro rappresenta un simbolo assai più complesso di quello che ci restituisce la versione classica del mito, come già si delinea nelle pagine de Il Minotauro di F. Durrenmatt. Di questi tempi di crescente intolleranza etnica e religiosa il Minotauro infranto vuole essere anche un invito diretto a tutti alla riflessione sul rapporto con la diversità.